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fratelli: quanti quattrini avete?" "Nemmen'uno." "Allora il più ricco di tutti sono io ... " "O tu quanto hai?" "A me", rispose Pipì, "mi mancano
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un'aurora! ... " "Mi avvedo, caro scimmiottino, che tu hai molto spirito e molto ingegno: e per questo ti voglio bene" disse Golasecca commosso. "Scendi
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farsa dove la lasci? Se tu avessi visto, Bettina, il brillante della farsa! Chi sa quanto tu avresti riso! Figurati! Gli è venuto fuori in maniche di
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?" "Gli ho promesso di partire questa sera con lui, e di accompagnarlo in un gran viaggio che egli deve fare intorno al mondo." "E tu, per tener compagnia a
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rosso, verde, turchino, di tutti i colori: e con quelle strisce noi ci faremo i calzoni, i vestiti e i berretti ... " "Ma se tu fai da Re di Francia, ti
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Generale sono io, e tu devi venire dietro a me". Ma questa l'è una riffa; ne convieni, babbo? Scusa, babbino, te che te ne intendi, quando si fa la guerra
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i suoi fratelli: e poi domandò: "Che vi è accaduto qualche disgrazia?." "Finiscila, gua', giuccherello!", disse Orazio. "O dunque? ... " "Tu sei un
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... " "Bravo furbo! E tu sei tanto bono da dar retta al medico?" "Gli do retta sicuro! Cred'ella che il nostro medico sia uno zuccone? La se lo levi
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dolente e mortificato, diceva con voce di piagnisteo: "Scusa, sai: mi pareva che tu avessi in testa il cappello a tuba! ... Non lo farò più! ... ". Il
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ore sono? sono le nove: e tu alle otto avresti dovuto andare a scuola ... " "Che vuoi? Avevo sonno, e dormivo così bene! ... " "Capisco, poverino! Il
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indietro, ma io vado avanti!" "Leoncino, da' retta a noi, torna indietro anche tu", dicevano i ragazzi, raccomandandosi e allontanandosi a passo di
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, "se tu mi tieni il broncio, non hai davvero tutti i torti. Io ti mando vestito peggio di un accattone... ma lascia fare a me! Fra poco verranno le
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che Augusto mi ha regalato uno de' suoi goletti da collo: ma per me è troppo grande ... e vorrei che tu mi facessi il piacere di ristringerlo." "E un
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prendessi con te, credilo, ci sarebbe la sua brava ragione." "Perché?" "Perché, volere o volare, fosti tu che mi mangiasti la colazione quella mattina che
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terrazza e di saltare giù nell'orto." "È proprio vero che hai fatto questa scommessa?" disse allora lo zio, rivolgendosi al nipote. "Tu dunque credi che il
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... " "Come? tu sei una bestia? ... " "Io, no: quell'altra ... che ho trovata nel bosco ... " "Non capisco nulla: ma spiegati, per carità! ... Dov'hai
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, o non si va? Se vogliamo andare, questa sarebbe l'ora", disse Cesare. "E la chiave di casa l'hai presa?", domandò Orazio. "Eccola qui." "E tu
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in lei." "Perché no? Io son pronto a darti da mangiare: a patto però che tu sappia guadagnartelo. Sei avvezzo a lavorare?" "Se debbo dir la verità
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cosa fatta bene." "Pazienza! Cercherò di correggermi! Se tu conoscessi però tutte le mie disgrazie! ... " "Le conosco." "Come fai a conoscerle?", domandò
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: "Bada, Pipì! A furia di scimmiottare gli uomini, un giorno o l'altro diventerai un uomo anche tu ... e allora! Allora te ne pentirai amaramente, ma sarà
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Cappellone, urlò un ragazzaccio, più sbarazzino degli altri. Bravo Cappellone! ... tu ragioni meglio d'un libro stampato ... e meriti la mancia." E nel dir
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mi ha raccontato che tu avevi promesso di accompagnarlo." "È vero, è vero, è vero! ... Domani forse partirò anch'io e spero di poterlo raggiungere in
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morire?", domandò il povero Pipì con un filo di voce che si sentiva appena. "Fra poco te ne avvedrai! A buon conto, tu che hai gli occhi buoni, mi farai da
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che lei ... " "Io? ... Io per tua regola ho cavalcato certi cavalli, che tu non te li sogni nemmeno." (Si capisce bene che Gigino, parlando così
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?" "Erano per la tua colazione di domani. Ma ormai tu parti, e le mangerò io." "Io ... partirei volentieri, ma di notte non so camminare. O non sarebbe